Foto per la Giornata internazionale contro la violenza sulle donne di Camilla Borghi
Foto per la Giornata internazionale contro la violenza sulle donne di Camilla Borghi
Foto di Pietro Ferrari
Foto di Pietro Ferrari

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

25 Novembre, Giornata internazionale contro la violenza sulle donne al Peano

 

Il Liceo in prima fila contro la violenza sulle donne

 

Il Liceo Peano si è dichiarato "Per una società Gender Violenze Free" e infatti ha colto l'occasione della celebrazione della Giornata internazionale contro l'eliminazione della violenza sulle donne, del 25 Novembre, per offrire alle studentesse e agli studenti importanti spunti di riflessione con due eventi principali e, altri più ristretti. Nonostante la didattica si svolga per lo più da remoto, il Peano ha messo in collegamento in diretta streaming ben sei classi, per un totale di circa 120 studenti, con l’Associazione nazionale del Telefono Rosa. Il Telefono Rosa infatti ha organizzato un evento, Le donne, un filo che unisce mondi e culture diverse, a cui  hanno partecipato circa 1900 persone da tutta Italia utilizzando il canale Youtube discutendo del tema del Revenge Porn e incontrando i figli di alcune vittime di femminicidio. Un secondo evento, organizzato nelle mura dell'Istituto stesso, ha visto coinvolti una novantina di nostri studenti collegati sempre da remoto, ad eccezione di una piccola rappresentanza in presenza. L'incontro ha trattato il terribile fatto di cronaca che quattro anni fa ha sconvolto la capitale, ovvero il femminicidio di Sara Di Pietrantonio, barbaramente assassinata dal fidanzato. L'evento, per l'importanza dei partecipanti, è riuscito ad attirare anche le telecamere dei telegiornali nazionali, mostrando con orgoglio anche la panchina rossa che campeggia nell'atrio del liceo, come segno dell'impegno che andrà bene oltre il 25 Novembre. 

Per ben 120 studenti del Peano dunque, la mattinata del 25 novembre è stata occupata dall’evento mandato in streaming su Youtube da Telefono Rosa. Dopo i saluti iniziali e la presentazione degli  argomenti, gli organizzatori, per voce del moderatore, il giornalista de Il Fatto quotidiano Alessandro Ferrucci, hanno puntato a far comprendere la serietà dell’argomento al pubblico, scolastico e non, che ha toccato ca i 2000 i spettatori. Si è partiti  subito con i dati importanti di quest’anno in fatto di tematiche sociali, in quanto la pandemia che stiamo tuttora affrontando è, ed è stata, un aggravante: si stima infatti che con l’arrivo del Covid19,e di conseguenza del lockdown totale in Italia, le violenze e,anche i femminicidi siano aumentati in maniera a dir poco preoccupante. Si contano 92 femminicidi solo durante il periodo di lockdown, ed un aumento di centinaia di violenze registrate sempre nello stesso lasso di tempo. Abbiamo quindi avuto il parere di alcuni esponenti del Telefono Rosa e della presidentessa Maria Gabriella Carnieri, che hanno argomentato sul fatto che per risolvere questi comportamenti criminosi  bisogni agire alla base, concentrando le forze su un’impostazione socio-culturale differente e meglio divulgata, partendo possibilmente dalla fascia della popolazione più giovane e/o meno informata, per cercare di cambiare la mentalità dei maschi in particolar modo, principali autori di queste vicende. Sul delicato tema dei femminicidi il progetto ha contato la partecipazione di due testimoni molto vicini all’argomento. Valentina Luntraru e Leonardo Lauriola, i figli di due vittime di femminicidio. Con coraggio e determinazione hanno deciso di testimoniare in questo 25 Novembre, parlando direttamente con i ragazzi presenti e rispondendo alle loro domande.  

La madre di Valentina è stata vittima di femminicidio da parte del partner quando la ragazza aveva 13 anni. Da allora Valentina è riuscita a farsi forza e a testimoniare per dare il suo aiuto al tema della violenza contro le donne, scrivendo inoltre una canzone dedicata a sua madre, caricata su Youtube proprio il 25 Novembre. La canzone è stata trasmessa per la prima volta durante la live-streaming del canale Youtube del Telefono Rosa. Nel testo la ragazza tratta dei ricordi passati con la madre e dei sentimenti che l’hanno travolta dopo l’accaduto…. Sogno mia madre contenta una persona non violenta                                                               Ma che ha subito un’atroce violenza e così la sua vita si è spenta                                                           Vorrei parlarti ancora vorrei vederti tutt’ora ma non posso non è più ora                                                    La tua vita lassù ora migliora anche se a quest’ora il dolore mi divora…

 

Subito dopo la presentazione del video, molti studenti, tra cui alcuni del Peano, hanno posto domande a Valentina, che insieme all’’avvocata e alla nonna, ha ribadito l’importanza di parlare e di cercare aiuto quando la violenza entra nelle proprie vite e del valore della testimonianza per essere d’aiuto a molti altri. 

Il secondo testimone, Leonardo Lauriola, è un ragazzo un po’ più grande, musicista di professione ma con un’esperienza simile a Valentina. Anche sua madre è stata uccisa, non molti mesi fa, e anche lui a messo la sua creatività per “tirare fuori” quel dolore che aveva dentro. La canzone di Leonardo si presenta come quella di Valentina, piena di ricordi e di dolore, ma, come lui stesso ha detto, come specchio di se stesso, in cui rivedere nella sua esperienza una possibilità di risollevarsi e ripartire. Per se stesso e anche per tutti coloro che, dopo un vissuto tanto tremendo, possono riemergere e tornare a vivere…. 

….mamma sai che ti ringrazio tu mi hai reso questo

guarda cosa ci hanno fatto divisi è diverso

non mi perdo più nel cielo ma mi ci rispecchio

tu che mi hai insegnato tutto ad avere rispetto

e a pensarci tutto questo non mi sembra vero

cerco solo un po’ di luce in un periodo nero

cerco solo un po’ di te dentro me stesso

penso solo quello che mi avresti detto

che piangere non serve soffrire non serve

che un angelo è con me ci resta sempre….  

Anche lui ha risposto alle domande degli studenti del Peano e delle altre scuole d’Italia, tutti molto colpiti dalle vicende di Valentina e Leonardo. 

 

Successivamente è stato messo in onda un video realizzato per il Concorso Uno spot per il Telefono Rosa da una classe del Liceo Newton di Roma, tratto da resoconti di figli e amici delle vittime di violenze sulle donne e femminicidio. Il video vede come protagoniste due ragazze, la figlia di una vittima di femminicidio e una ragazza sua amica; lo spot prende quindi in considerazione un ulteriore tema: l’importanza del supporto delle altre persone e delle associazioni dedite alla lotta contro la violenza in generale.

Come ultima presentazione ad iniziativa dei ragazzi, il Telefono Rosa ha mandato in onda il brano di Lola Slater; con la partecipazione della madre, Natasha Slater, DJ conosciuta nella scena musicale milanese. 

 

Il secondo tema della mattinata è stato il Revenge Porn. Con il Responsabile della Polizia Postale, Marco Valerio Cervellini, si è discusso di come questo fenomeno sia sempre più diffuso. Il Revenge Porn è un reato penale che consiste nella diffusione di materiale intimo registrato tra due partner e poi divulgato senza il consenso di uno dei due (generalmente della donna) come vendetta per un litigio o per una relazione troncata, ad altri utenti esterni alla coppia, i quali possono diffondere a loro volta il materiale, sempre senza il consenso, Assieme alle delucidazioni del signor Cervellini, è stato trasmesso anche uno spot di sensibilizzazione ed informazione sul tema. Anche in questo caso gli studenti hanno posto più domande al Commissario, che è stato ben disposto a fornire più chiarimenti possibile, arrivando a toccare questioni complicate come il cyber-bullismo, che bisogna sempre ben definire in contesti come questi. Di certo il messaggio è stato chiaro: bisogna essere prudenti quando si tratta della rete, soprattutto perché è molto difficile prevedere l’uso e la manipolazione di ciò che viene pubblicato, al punto tale da poter danneggiare la nostra immagine anche in futuro. 

 

L’ultimo passaggio del convegno, non meno interessante tuttavia, ha visto la presentazione e il commento degli spot vincitori del Concorso di quest’anno, (a cui ha partecipato anche il Peano seppur senza posizionarsi tra i vincitori) per poi lanciare il nuovo Concorso che vedrà la proclamazione dei vincitori l’8 Marzo 2021.

 

La giornata dedicata alla violenza contro le donne ha interessato direttamente l’Istituto Giuseppe Peano. La Società Nazionale di Salvamento e l’Associazione Cassandra D, è stata infatti ospite al liceo per parlare di un fatto tragico: l’uccisione di Sara Di Pietrantonio. Durante il collegamento trasmesso in diretta streaming dalla Sala Rosa, si è parlato anche qui di dati su stupri e violenze su donne. Si è ricordato che fino a relativamente poco tempo fa, (1981) esisteva ancora nel Codice penale il delitto d’onore, ovvero un reato che, commesso con la volontà di riparare la reputazione infangata, veniva in parte giustificato: nel caso in cui una moglie, una figlia o una sorella fosse stata colta in situazione disonorante (adulterio o relazione carnale non approvata) all’uomo che commette l’omicidio, veniva ridotta la condanna di almeno un terzo. Si è menzionato anche il matrimonio riparatore: nel caso di una ragazza minorenne stuprata, bastava che lei accettasse di sposare l’uomo, per far decadere il reato.

 

Alle ore 10:00 è iniziato il film e il dibattito su “Sara”, il docufilm di Daniele Autieri, Stefano Pistolini e Giuseppe Scarpa, prodotto da Discovery Italia. Il film, dalla durata di circa 30 minuti è una ricostruzione accurata degli avvenimenti, con la descrizione degli scenari sociali, delle circostanze e, soprattutto il dettagliato resoconto dalla voce di uno dei protagonisti della vicenda, a partire dalla madre della vittima, la signora Concetta Raccuia, presente in Aula Rosa insieme al cugino di Sara, Riccardo Raccuia. 

Sara Di Pietrantonio era una ragazza della capitale di 22 anni, uccisa e successivamente bruciata dal fidanzato Vincenzo Paduano, pochi giorni dopo la rottura del loro fidanzamento , in una strada di periferia nelle prime ore del 29 maggio 2016. L'assassino è stato condannato all'ergastolo dai giudici della Corte d'Appello dopo che la Cassazione aveva disposto, nell'aprile scorso, un nuovo processo di secondo grado non ritenendo il reato di stalking aggravante a quello di omicidio come invece deciso nel corso del primo processo d'appello, conclusosi con una condanna a 30 anni. A rendere ancor più tragica questa storia è il fatto che il corpo della giovane fu ritrovato, carbonizzato, dalla mamma. La ragazza, infatti, quella sera era uscita con il nuovo compagno Alessandro. Al momento di rientrare a casa Sara aveva mandato un messaggio alla madre, che l'aspettava a casa: "Mamma, sto rientrando". Ma Sara, che guidava l'automobile della madre, era seguita dall'ex, che poi la fermò, arrivando ad ucciderla e a bruciare il corpo. La madre, non vedendola rientrare, era uscita di casa impensierita e, per cercarla, fu lei a fare la macabra scoperta. Oltre alla madre di Sara, anche la Vice questore Maurizia Quattrone ha partecipato al dibattito assieme a molti altri studenti, che, da casa in collegamento a distanza, hanno raccontato di storie di stalking vissute sulla propria pelle. Il docufilm “Sara”, ha voluto sensibilizzare le ragazze sulle dinamiche della violenza psichica e dello stalking, tutto questo grazie al liceo Peano.

 

                                                                                                                  Gabriele Lacerenza

 

                                                  Simone Ferrazza

 

Dantedì, 25 Marzo giornata dedicata al “Sommo poeta”

 

Il Consiglio dei ministri del Gennaio scorso ha deliberato di istituire per il giorno 25 Marzo le celebrazioni di Dante Alighieri, in vista dei 700 anni dalla sua scomparsa (2021). La redazione di Peanobar vuole promuovere iniziative per la celebrazione del Dantedì, in accordo con studenti e docenti al fine di portare in chiave attuale il padre della letteratura italiana. Pertanto si invitano studenti e docenti a formulare delle proposte così da organizzare eventi per il 25 Marzo.

La redazione

Incontro con Dacia Maraini

 

Nella giornata del lunedì 18 marzo, per continuare i festeggiamenti dei 50 anni del liceo Peano è stato organizzato a cura della professoressa Colais un incontro con la scrittrice e drammaturga di fama internazionale Dacia Maraini.

Dopo una veloce presentazione dell’ospite da parte della professoressa, il dibattito si apre con la domanda “Come mai ha iniziato a scrivere?”.
La scrittrice risponde con fervore parlando della sua situazione familiare, raccontando di come lei sia stata a contatto con la scrittura sin da piccola e affermando “Vengo da una famiglia in cui mancava tutto, perché noi siamo stati poverissimi nel dopoguerra, però i libri erano in casa”. In seguito aggiunge anche che “Addirittura, c’è una linea femminile di scrittura nella mia famiglia dalla parte di mio padre”.
Ripensando alla domanda, da lei definita da “futura scrittrice”, sottolinea l’importanza della lettura e quanto l’Italia si trovi in ritardo in questo campo. “Vorrei dire questo ai ragazzi: in generale noi abbiamo l’illusione che, avendo degli strumenti tecnologici che ci mettono a contatto col mondo basta premere un tasto per sapere tutto, ed è vero, ma c’è un’illusione di conoscenza ampia”; continua a spiegare, “Non sono contraria alla tecnologia, però dobbiamo ricordare di non confondere l’informazione e la formazione. L’informazione è estensiva, cioè uno può informarsi ed è giusto che sia informato su tutto il mondo, su quello che succede in giro, è bene che quell’informazione sia ampia, però è sempre un po’ superficiale. Invece la formazione è in verticale, va in profondità; quindi non è una questione di quantità ma di qualità.”

Ridata la parola al pubblico, viene formulata una nuova domanda: “Ha mai affrontato il famoso blocco dello scrittore? E se si, come l’ha affrontato?”
“Io sono stata abbastanza fortunata perchè non ho avuto mai il blocco dello scrittore, semmai mi trovo a combattere contro la tendenza al consumismo che è diventata oggi l’editoria, per cui ti spingono a scrivere un libro l’anno.” spiega la scrittrice, “Io per scrivere un romanzo non ce la faccio ad arrivare a un libro l’anno, ci devo mettere due anni. Tu lo sai che ogni anno escono 65000 libri all’anno? Questa è l’ultima statistica, e il numero è tanto, troppo. Poi non so se sai che del 40% di questi libri non se ne vende neanche una copia. Quindi è veramente uno spreco, perché poi vanno al macero.” continua poi affermando come questo sistema basato sullo spreco debba essere capovolto e parlando, di conseguenza, anche del moderno problema dei rifiuti. A tale proposito, le recenti manifestazioni studentesche contro l’inquinamento e la partecipazione in massa dei ragazzi vengono elogiate, per poi parlare del bisogno della sensibilizzazione su questo argomento dei più piccoli.

Ispirata dall’argomento precedente, la domanda successiva ricalca la scia del consumismo, chiedendo: “Abbiamo parlato di consumo di libri che non si riesce ad arrestare, secondo lei cos’è che rende un libro di qualità e perché in questo periodo ci sono un sacco di libri che vengono letti e poi dimenticati?”. Premettendo che parlare dei propri contemporanei è molto difficile, la scrittrice spiega in un primo momento come quei libri che rimangono nel tempo sono quelli che diventano poi classici e, in seguito, utilizza alcuni esempi per capire come ci vogliano secoli per scoprirne alcuni. Conclude poi consigliando ai ragazzi di non perdersi nei best-seller, soprattutto quelli americani, e di ricordarsi però che i classici sono molto importanti.

Nella domanda successiva, si torna invece alla scrittura: “Quando lei scrive romanzi, da quale punto parte?” Per rispondere, la scrittrice usa una metafora: “Di solito c’è un personaggio che viene a bussare alla mia porta, io la apro, faccio accomodare il personaggio, gli offro un caffè, dei biscotti, e il personaggio mi racconta la sua storia. Di solito però dopo aver raccontato la storia il personaggio se ne va e la cosa finisce lì. Quando un personaggio, dopo avermi raccontato la storia, aver bevuto il caffè e aver mangiato i biscotti mi chiede la cena e poi mi chiede un letto per dormire… Allora capisco che questo personaggio si è accasato nella mia immaginazione, e vuol dire che vuole essere raccontato.”

L’argomento dei personaggi viene affrontato anche nella domanda successiva: “Si identifica spesso nei personaggi che crea, magari dandogli anche qualche tratto particolare del suo carattere, oppure preferisce mantenersi distaccata?” La scrittrice spiega quindi come i suoi personaggi, anche quelli femminili, siano autonomi, non siano lei, anche se afferma anche che “C’è sempre qualcosa dell’autore” e che “Ci sono dei momenti in cui ho bisogno di identificarmi per raccontare meglio i dettagli di una storia. C’è sempre un processo di identificazione, ma è funzionale alla narrativa.”

Rimanendo sempre sull’argomento della scrittura le viene chiesto: “Ho notato che nel suo libro ‘La bambina e il sognatore’ fa svariati riferimenti alla letteratura e alla filosofia; ne fa così tanti in ogni suo romanzo o è un caso?” “Di solito si ne faccio” spiega la scrittrice, “Per esempio nel mio ultimo libro ‘Corpo Felice’ ne faccio tantissimi, tant’è vero che ho sentito il bisogno alla fine di fare una specie di bibliografia”. Successivamente, ne spiega anche il motivo: “Io leggo tantissimo, amo leggere e leggo sempre. Ho una grande passione per la lettura, quindi mi succede che quando parlo mi vengono in mente i libri. Mi viene spontaneo.”

La domanda seguente è invece un po’ più personale: “Lei prima ci ha detto che ha avuto un’infanzia abbastanza difficile, e di solito in situazioni difficili si cerca di avvalersi della letteratura evasiva per scappare dalla situazione. Perché lei ha voluto raccontare tratti della realtà?” Prima di rispondere, la scrittrice racconta in breve della sua infanzia, parlando della sua permanenza in un campo di concentramento giapponese e ricordando al pubblico quel che successe nel periodo della Repubblica di Salò. Continua poi raccontando di qualche episodio nel campo, in cui l’assenza di cibo li portava a cercare la propria ‘evasione’ parlandone costantemente.

Con questa domanda si passa invece a parlare di donne: “Lei ha vissuto gli anni della rivendicazione delle donne, che giudizio ha della situazione delle donne oggi rispetto anni anni ‘60 o ‘70?” La scrittrice risponde spiegando come “Il ‘68 e il movimento delle donne per me sono state una grande rivoluzione pacifica, purtroppo il ‘68 ha avuto anche una deriva violenta che il movimento delle donne per fortuna non ha avuto, ma è stato importantissimo. Il ‘68 ha cambiato l’Italia, e si vede soprattutto nelle leggi. Tutte le leggi che riguardano il rapporto fra i generi è cambiato col movimento delle donne.” Continua quindi nel portare esempi di progresso avvenuti dopo il ‘68, per poi spiegare come le cose debbano continuare a progredire anche ora. “Bisogna stare attenti” afferma, “Adesso si sta aprendo un momento regressivo, purtroppo. Non per colpa delle donne, ma per colpa di chi governa, c’è una regressione, un tentativo di togliere dei diritti che le donne avevano; succede in tutto il mondo, non soltanto da noi.” Continua poi affermando la stessa cosa per ogni tipo di discriminazione, citando fenomeni come il ritorno dell’idea della ‘famiglia naturale’, che è invece irreale. Prosegue poi parlando della manifestazione recentemente avvenuta in tutto il mondo contro l’inquinamento, e di come evidentemente per poter nascere un fenomeno di queste dimensioni la consapevolezza del problema tra i giovani doveva essere già presente. Conclude poi mettendo a confronto le violente manifestazioni dei gilet gialli e le pacifiche manifestazioni studentesche.

Sulla scia del precedente argomento, la domanda successiva va un po’ più sullo specifico: “Parlando di cinema soprattutto visto che per la letteratura vale un po’ meno, spesso le parti femminili sono scritte da uomini, e penso che sia strano che ci siano così poche artiste donne che scrivano per donne e di personaggi femminili importanti; mi chiedevo, qual’è il ruolo dell’arte in questo senso, come deve migliorare e dove deve agire per far si che le donne possano esprimersi al meglio?” Riferendosi alla distinzione tra cinema e letteratura, la scrittrice commenta “La ragione è semplice: per scrivere basta una penna. Per fare cinema ci vogliono tanti soldi, ci vogliono degli investimenti. Ti assicuro che ci sono tante donne che hanno delle qualità e vorrebbero fare cinema, ma pochi si fidano. Ci sono pochi investimenti sulle donne.”

Per finire, il dibattito si conclude con una domanda descritta dalla Maraini come ‘filosofica’: “Quanto delle esperienze della vita reale di un autore si può ritrovare nei prodotti anche più fiabeschi? La conoscenza del dolore porta a fantasticare, o no?” Dopo aver lodato la profondità della domanda, la scrittrice afferma di essere d’accordo. “Il dolore, lo strazio di un campo di concentramento, di una guerra, di vedere i morti intorno a sé, di pensare ogni sera ‘sono ancora vivo’ e esserne stupiti, tutto questo può portare o ad una forma di negazione, di voglia di morire, di mutismo, di chiusura e a volte di suicidio, oppure a fantasia.” spiega, “La sottrazione porta a fantasticare. Hai ragione, molte delle mie fantasticazioni vengono dal campo di concentrazione, dove io dovevo fantasticare.”

Chiara Genovese

Rifa Khatun

In collaborazione con Ammazzacaffè

 

 

 

 

 

 

 

 

Friday for Future

 

Il 15 marzo di quest’anno si è tenuto, come molti avranno sentito parlare, il “fridayForFuture”, noto anche come sciopero degli studenti per il clima, a sostegno della battaglia in difesa dell’ambiente.

Milioni di studenti, in 150 paesi, sono accorsi a partecipare ai diversi cortei che si sono tenuti in più di 1.700 città, facendo entrare questa giornata tra gli eventi della storia contemporanea. Solo nel nostro paese, il numero dei manifestanti ha superato i 100.000, con ben 182 piazze occupate. Ma come è nato il movimento “FridayforFuture”?

Il tutto è iniziato grazie all’impegno di una giovane attivista svedese, il cui nome è Greta Thunberg, che a soli sedici anni è  entrata nella hall of fame per aver ispirato milioni di studenti nella battaglia contro il surriscaldamento globale e l’inquinamento.
Greta infatti, a seguito delle ondate di calore e degli incendi boschivi del suo paese, dal 20 agosto 2018, ha iniziato a saltare la scuola  fino al 9 settembre dello stesso anno, data delle elezioni legislative: voleva che il governo svedese diminuisse le emissioni di anidride carbonica, come previsto dall’accordo di Parigi sul cambiamento climatico. Così è rimasta seduta davanti al parlamento svedese ogni giorno, durante l’orario scolastico.
Dopo le elezioni non ha voluto smettere, ed ha continuato a manifestare ogni venerdì, sempre davanti al parlamento, lanciando così il movimento internazionale Fridays for Future. Dopodiché ha partecipato alla manifestazione Rise for Climate davanti al Parlamento Europeo a Bruxelles e ha anche tenuto un discorso alla manifestazione organizzata da Rebellion Extinction a Londra.

Il suo sciopero del venerdì ha attirato l’attenzione  dei media in tutto il mondo e inaspettatamente ha sollecitato gli studenti di tutto il pianeta a manifestare in piazza. Il 25 gennaio 2019 è intervenuta con un discorso duro al Forum economico mondiale di Davos, volto a evocare il panico che si dovrebbe provare di fronte ai cambiamenti climatici. Nei mesi successivi, Greta Thunberg è intervenuta in altre manifestazioni in diverse città europee, alcune delle quali hanno avuto una certa attenzione mediatica, come quella a Bruxelles del 21 febbraio o quella di Amburgo del 1º marzo.

Come moltissime altre scuole, anche il Peano ha dato il suo contributo. Il tutto è stato organizzato autonomamente dagli studenti con il forte consiglio dei docenti di parteciparvi.
Il 15 marzo al Peano è iniziato con il sit-in organizzato dai rappresentanti d’istituto, con l’obiettivo di far aderire il maggior numero di studenti alla manifestazione. Qui si è discusso delle problematiche riguardo l’ambiente, e di come è stato organizzato il corteo.   
In seguito, la manifestazione degli studenti della nostra scuola e delle altre scuole di Roma sud, è partita dalla piazza sopra la fermata della metro “Colosseo” passando per Via Vittorino da Feltre, camminando fino a Via del Colosseo, sfociando su Largo Corrado Ricci per raggiungere finalmente Via dei Fori Imperiali. Unendoci ai cortei manifestanti delle altre zone di Roma, abbiamo fatto sentire la nostra presenza e detto la nostra opinione. A partecipare non erano di certo solo studenti, ma anche persone da tutta Roma, che come noi vogliono battersi per questa causa. Durante gli scorsi decenni si ha pensato molto su come portare avanti il progresso ma nessuno si è preso la briga di pensare a ciò che questo avrebbe comportato, scaricando tutte le conseguenze alle generazioni future. E noi del Peano, anche se nel nostro piccolo, siamo riusciti a contribuire nella battaglia all’inquinamento.

Gabriele Lacerenza

Simone Ferrazza

 

 

 

 

 

 

 

Concorso narrativa “Scriviamoci” 

2019

 

“Scriviamoci” nasce nel 2015 con un obiettivo: abituare i ragazzi a scrivere per conoscersi meglio e per riappropriarsi del proprio tempo, ma anche per esprimere, attraverso la parola scritta, i pensieri più nascosti, le proprie passioni, i propri sentimenti. Quest’anno si arriva alla quinta edizione, e i ragazzi sono già intenti a scrivere un testo adatto, ma non un testo qualsiasi, infatti i giudici vogliono dei temi precisi, temi di cui al momento si sta parlando piuttosto vagamente, e che quindi  ai giorni nostri diventano sempre di più delle pure e semplici definizioni vuote; ebbene i temi trattati saranno: diversità, pluralismo e tolleranza.

I temi cambiano di anno in anno, così facendo i giovani hanno la possibilità di approcciarsi su argomenti sempre nuovi ed interessanti. Gli argomenti inoltre non potranno essere inseriti in un tema che non sia di narrativa; infatti i nostri scrittori in erba non potranno scrivere un testo argomentativo, informativo o simili. I temi trattati saranno quindi teoricamente rappresentati in un modo piuttosto subdolo, che il lettore dovrà ovviamente carpire e intendere.

Non c’è limite alle storie che si possono creare, senza ovviamente alcuna barriera per la scelta del tipo di romanzo: che sia fantasy, giallo o fantascientifico, finché i temi in questione non verranno a meno il testo potrà essere ammesso al concorso.
Ovviamente i testi non potranno superare una certe soglia di lunghezza, non più di 10.000 caratteri in allegato Word e PDF.

Il premio per i cinque testi migliori, che saranno giudicati con attenzione da giudici professionisti, è la pubblicazione di questi suddetti testi, che compariranno nella prossima edizione. Oltre alla pubblicazione, il vincitore con il miglior testo otterrà anche una valigetta di libri e una borsa di studio alla “Scuola Holden” (con sede a Torino) per un breve periodo di tempo, dove il vincitore potrà partecipare a lezioni di scrittura creativa.

Gabriele Lacerenza